Storie di Parkinson

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“…tu non ti senti più tu e gli altri non ti riconoscono”

Inconcludente, ripetitiva, indolente, sospettosa, insofferente e ribelle alle regole, insonne, compulsiva… è il risultato di una specie di spirale che pian piano ti avvolge e quando ci sei dentro completamente, ti stringe e ti spinge sempre più giù, come se volesse ingoiarti.

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“Parkinson: nessuno ci ha detto cosa poteva accadere”

“Mio padre ha ricevuto la diagnosi di MP all’età di 54 anni, in età lavorativa. La ragione per cui sono qui a scrivere è che nessuno ha mai detto a me e alla mia famiglia ciò che poteva accadere, e sì sono molto arrabbiata per questo. Quando cerchi e non trovi una spiegazione cominci a pensare di non potercela fare, che sia un problema personale tuo, ti senti senza speranza, impotente, solo”.

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“Gli effetti collaterali dei farmaci possono essere peggio di ciò che i farmaci curano”

«Ho scoperto di avere il Parkinson all’età di 38 anni, da allora tutto ci è pian piano sfuggito di mano ed è cambiato sotto i nostri occhi senza che ce ne accorgessimo: il mio carattere, i miei interessi, la mia vita trasformata radicalmente. Un’altra persona insomma. Parlo al plurale perché sono (anzi ero) sposato e ho due figli di 19 e 13 anni…»

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Il più giovane malato di Parkinson a essere sottoposto alla DBS è un quindicenne indiano

Mumbai. Un ragazzo di 15 anni originario della città di Vadodara è il più giovane indiano affetto da malattia di Parkinson. È stato sottoposto a un intervento neurochirurgico per alleviare i sintomi debilitanti di cui soffriva. Hiteshu Dave, che ha smesso di andare a scuola dopo che gli era stata diagnosticata la malattia tre anni fa, è stato operato in un ospedale di Mumbai il 5-6 di maggio.

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555 giorni trascorsi ingiustamente tra carcere e ospedale psichiatrico

Nel 2009 Natascia Berardinucci viene arrestata per stalking, ma la causa del suo comportamento è la malattia di Parkinson e gli effetti collaterali di un farmaco. Lei però trova la forza di lottare contro una sentenza ingiusta, ma anche il coraggio di raccontare l’incubo in cui era precipitata nelle pagine di ben due libri: il primo “Ho tolto i chiodi dalle mie ali” e il secondo “Prigioniera della mia innocenza”. Alla fine, l’incubo giudiziario in cui era precipitata Natascia si risolve con l’intervento del tribunale del riesame di L’Aquila che, il 28/6/2010 ha accertato la sua “non pericolosità sociale”.

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