La risata è la migliore medicina

Imparare a vedere la propria vita attraverso le lenti dell’umorismo e dell’autoironia aiuta a superare numerose difficoltà del vivere quotidiano. Ridere e sorridere di noi stessi è una delle migliori terapie che possiamo avere a costo zero e senza alcun effetto collaterale. È quanto spiega Beverly Ribaudo nel sul libro “Parkinson's Humor”.

Imparare a vedere la propria vita attraverso le lenti dell’umorismo e dell’autoironia aiuta a superare numerose difficoltà del vivere quotidiano.

Ridere e sorridere di noi stessi è una delle migliori terapie che possiamo avere a costo zero e senza alcun effetto collaterale. È quanto spiega Beverly Ribaudonel sul libro “Parkinson’s Humor”.

Beverly Ribaudo stava partecipando ad una gara di karaoke in un locale, si sentiva stanca e ha deciso di tornare al proprio posto per riposarsi un po’. Pertanto ha dovuto attraversare la pista da ballo camminando lentamente e rigidamente, come il suo Parkinson la obbligava a fare. In quel momento stavano suonando “Thriller” di Michael Jackson e Beverly notò che i presenti, osservandola, pensavano che stesse fingendo di essere uno zombie.
Beverly non perse l’occasione di prendere in giro se stessa, stette al gioco e trascorse una bellissima serata.

Il pubblico si divertì molto, ma lei non ha interpretato un personaggio, è il Parkinson che la costringe a camminare con difficoltà.

Certamente lei è una donna che non si piange addosso, crede che la risata sia davvero una buona medicina, in particolare per chi soffre di Parkinson.

La malattia distrugge le cellule nervose del cervello che producono la dopamina, che aiuta il controllo dei movimenti dei muscoli. “La dopamina è anche la sostanza chimica che ti fa sentire bene. Il riso stimola il cervello e produce dopamina”, ha spiegato la signora Ribaudo.

Così ha deciso di trasformare la sua esperienza con la malattia in un popolare blog, riuscendo a raccontare le difficoltà causate dal Parkinson con umorismo, sempre utilizzando la tag line: “Have a Happy Parkie Day!”.

Tuttavia, pensava che pochissime persone avrebbero seguito il suo blog, finchè, grazie all’intervento della Michael J. Fox Foundation, è esploso. Ora ha 76.000 lettori regolari in 130 paesi.

“Stupisce anche me che le mie piccole storie possano cambiare in positivo la giornata di qualcuno” ha detto. “Ho un insolito senso dell’umorismo” ha aggiunto. In effetti, è “insolito” perché i Parkinsoniani tendono ad essere depressi a causa della mancanza di dopamina.

“Non importa quello che scrivo, riesco sempre a trasformare situazioni tristi in storie divertenti, come ad esempio quando raccontai che sono rimasta bloccata nella vasca da bagno perché ero troppo rigida per uscire e mio marito era fuori”.

Poiché molte persone non hanno un computer ha deciso di trasformare il suo blog in un libro: “Parkinson’s Humor: Funny Stories about My Life withParkinson’s Disease ”. Il suo primo libro auto-pubblicato contiene 214 pagine di storie divertenti con “intrufolate” alcune informazioni di carattere educativo.

Tutti i profitti dalle vendite del libro sono devoluti al locale gruppo di supporto e alla Michael J. Fox Foundation.

Beverly Ribaudo ha iniziato ad avere i primi sintomi verso i 30 anni. Viveva a Orlando, in Florida, e lavorava come cassiera in banca quando un giorno ha provato un forte dolore alla schiena che non è più passato.

I medici non riuscivano a trovare una spiegazione per questo dolore e man mano la sua situazione andava peggiorando, fino a costringerla a vivere su una sedia a rotelle. I medici a Orlando non riuscivano a capire. Quando ha chiesto se poteva essere malata di Parkinson, le è stato risposto “assolutamente no”.

A questo punto ha deciso che doveva cercare di reagire è così ha scritto a tutti i neurologi entro un raggio di 500 miglia da casa, spiegando la sua situazione, ma nessuno le ha risposto. L’ultimo del lungo elenco, il dottor Julio Zonis di Yuma è stato il primo e unico a rispondere.”Sappiamo esattamente quello che ha” le disse. “Parkinson”.

Beverly prese questa diagnosi con molto scetticismo dopo tutte le rassicurazioni che aveva avuto sul fatto che non fosse Parkinson, ma decise di provare la medicina che il dottor Zonis le aveva prescritto.

Così fece e la sera dopo si riusciva a muoversi di nuovo. Finalmente, all’età di 47 anni, la sua malattia è stata diagnosticata correttamente, ed è estremamente grata al dottor Zonis.
Nel mese di ottobre si è sottoposta a stimolazione cerebrale profonda e ora può muoversi con più facilità e senza tremori.