Diagnosi

Diagnosi

La malattia di parkinson è una malattia neurologica multiforme che si manifesta con diversi sintomi. Non è trasmissibile, come lascia intendere il termine “morbo”. Non se ne conoscono le cause; si sospettano quelle ambientali e si riscontra spesso la sua “familiarità”. Frequentemente si manifesta attorno ai 60 anni, ma non è la malattia degli anziani e colpisce sempre più spesso i giovani. Circa il 10 % sono persone con meno di 50 anni.

Crescono nel mondo le persone con Parkinson e l’incertezza del loro numero (in Italia, intorno a 250.000 secondo i dati ufficiali ma alcune stime arrivano al doppio) svela l’ignoranza che circonda la malattia a duecento anni dalla sua definizione.

Il Parkinson si manifesta attraverso diversi sintomi motori. Il più noto è il tremore, ma lo sono anche per contrasto la lentezza dei movimenti, la rigidità muscolare, una certa inespressività del volto, la difficoltà nella scrittura, tanto per citarne alcuni. Questi sintomi, senza corretta terapia possono diventare ben presto invalidanti.

Se i sintomi motori permettono la diagnosi di Parkinson, purtroppo non sono gli unici a manifestarsi. Anzi, col tempo è il peso dei cosiddetti sintomi non motori a gravare maggiormente sulla qualità della vita del paziente.

Alcuni sintomi come la riduzione dell’olfatto, i disturbi del sonno, la depressione e la stipsi possono precedere di anni l’esordio dei disturbi motori. Ma è difficile metterli in relazione con il Parkinson.

Depressione e altri sintomi come dolore, fatica, ansia, attacchi di panico, deficit cognitivo, ipotensione ortostatica, disturbi genitourinari, gastrointestinali e demenza possono insorgere nel corso della malattia, in fase più o meno precoce. Malauguratamente i sintomi non motori non rispondono alla terapia antiparkinsoniana utilizzata per controllare i sintomi motori.

L’esordio spesso insidioso della malattia, la mancanza di sintomi specifici e di strumenti diagnostici, l’ignoranza diffusa e lo stigma, sono tutti fattori che rendono difficoltosa la diagnosi iniziale.

È invece importante riconoscere presto la malattia perché le terapie disponibili sono tanto più efficaci quanto più precocemente vengono somministrate.

La diagnosi precoce avvantaggia nel perseguire la qualità della vita alle persone con Parkinson.

La diagnosi di questa patologia rimane fondamentalmente una diagnosi clinica (basata cioè su una semplice visita medica) e si fonda sulla presenza combinata di alcuni sintomi di cui spesso il paziente non è consapevole e che invece vengono notati dalle altre persone.

I campanelli d’allarme che possono segnalare l’inizio della malattia:

I SINTOMI

Rigidità dell’espressione facciale
Il volto diviene meno espressivo, vi è una certa lentezza nel sorridere e nell’aggrottare la fronte.
Il movimento delle palpebre diventa meno frequente. Il volto non esprime sentimenti e le emozioni.
Si parla di faccia di pietra o faccia del giocatore di poker.

Difficoltà nel movimento di un braccio o una gamba in assenza di dolore
Impaccio motorio nei movimenti fini di una mano (allacciarsi un bottone o le scarpe, radersi…). Difficoltà nei movimenti di un braccio o una gamba. Si tende a trascinare il piede (la pianta del piede non viene alzata dal suolo durante la marcia)

Riduzione/perdita dei movimenti automatici usuali
Per esempio gesticolare durante una conversazione, oscillare il braccio durante la deambulazione.

Cambiamento del linguaggio
La voce diviene flebile, monotona. Può comparire difficoltà nell’articolare le parole.

Tremore
Si manifesta in un solo segmento corporeo durante il riposo e scompare con il movimento.

Scrittura piccola, lenta e difficile da leggere
Può iniziare normalmente ma pian piano diventa sempre più piccola.

 

Centri di cura ospedalieri per il parkinson in Italia https://www.parkinson-italia.it/parkinson/centri-di-riferimento-parkinson/