Un approccio promettente per ridurre lo stress ossidativo

Lo studio ha fornito evidenze precliniche che il Dimetilfumarato e il suo metabolita Monometilfumarato possono bloccare la neurodegenerazione dopaminergica nella malattia di Parkinson. Fonte: Journal of Neuroscience 2016

I ricercatori hanno confrontato gli effetti di DMF e del suo metabolita bioattivo Monometilfumarato ( MMF ) sulla segnalazione Nrf2 e sulla capacità di bloccare la malattia di Parkinson sperimentale indotta da MPTP ( 1-metil-4-fenil-1,2,3,6-tetraidropiridina ).

L’attivazione di Nrf2 da parte di DMF ma non di MMF è risultata associata a deplezione di glutatione, diminuita vitalità cellulare, ed inibizione del consumo di ossigeno mitocondriale e della glicolisi in modo dose-dipendente, mentre MMF ha aumentato queste attività in vitro.

I dati hanno indicato che DMF e MMF mostrano effetti neuroprotettivi contro la neurotossicità da MPTP, ma MMF si differenzia per il fatto che non provoca deplezione del glutatione, inibendo le funzioni mitocondriali e glicolitiche.

Dato che il danno ossidativo, la neuroinfiammazione, e la disfunzione mitocondriale sono tutti implicati nella patogenesi della malattia di Parkinson, i risultati hanno fornito evidenze precliniche per lo sviluppo di MMF, anziché di DMF, come un nuovo terapeutico per la malattia di Parkinson.