Viaggio musicale con Michael Berardi

Il chitarrista Michael Berardi piuttosto che combattere i sintomi del Parkinson, è in realtà riuscito ad integrarli nel suo modo di suonare. La sua canzone, Mr.P, composta e cantata da lui in un film documentario sulla sua vita e la sua malattia, suscita una grande emozione tra gli ascoltatori.

Il chitarrista Michael Berardi piuttosto che combattere i sintomi del Parkinson, è in realtà riuscito ad integrarli nel suo modo di suonare. La sua canzone, Mr.P, composta e cantata da lui in un film documentario sulla sua vita e la sua malattia, suscita una grande emozione tra gli ascoltatori.

Due anni fa, Burrill Crohn e un amico stavano parlando quando, come ricorda Crohn, “questo piccolo uomo, le cui mani stanno tremando, guardandoci si avvicinò e, balbettando, ci ha chiesto se stavamo parlando di musica. Quando ha saputo che stavamo discutendo del concerto del pianista Warren Bernhardtal quale avevamo appena partecipato, si è unito alla conversazione. Un’ora più tardi, dopo che mi aveva raccontato la sua storia, una voce interiore mi diceva che avrei dovuto fare un film su questa persona. Non avevo soldi e nessun intento commerciale, ma ho iniziato le riprese il giorno dopo”.

Crohn, i cui film includono diversi documentari sul jazz fatti nel corso degli anni 1980 e ‘90, ha scoperto che “il piccolo ragazzo cui tremavano le mani” era Sangeeta Michael Berardi. Un chitarrista jazz che ha suonato con molti pionieri della “free jazz”, tra cui Roswell Rudd, Archie Shepp, Alice Coltrane, Rashied Ali, Karl Berger, Eddie Gomez e Pharoah Sanders.

Berardi, che ora ha 73 anni, dodici anni fa è stato colpito dal Parkinson, una malattia incurabile degenerativa che altera il movimento e la coordinazione. La cosa sensazionale è che Berardi, piuttosto che rassegnarsi alla sua incapacità fisica a suonare la chitarra come prima, sta integrando la malattia nella sua musica, per, “tradurre i ritmi unici dei miei tremori causati dal Parkinson in affermazioni musicali”.

Il documentario Suonare col Parkinson, si propone di evidenziare l’approccio sorprendente e la determinazione di Berardi. Il film, pronto per l’editing e il mixaggio audio, si basa su il lavoro di due giorni di registrazione presso gli studi NRS a Catskill, nel giugno dello scorso anno.

“La musica è qualcosa che ho sempre amato. Avevo pensato per diversi anni che tutto era perduto per sempre. Mi ricordo qualche anno fa, parlando con il batterista Peter O’Brian e Giovanni Esposito, ho detto: una delle cose più tristi di questa situazione, non mi soffermo su questa, io sono realista, è che io ormai non potrò più essere in grado di suonare con voi. Avevo più o meno accettato il fatto che era tempo di cambiare”.

Nessuno, aveva immaginato come il chitarrista, piuttosto che combattere i sintomi del morbo di Parkinson, sarebbe in realtà riuscito ad integrarli nel suo modo di suonare. “Ho una chitarra acustica usata e ho scoperto che potevo, in un modo più limitato, fare ancora qualcosa di buono”, ha spiegato Berardi. “Inoltre, ho iniziato ad usare la mia voce, come quando ero ragazzino, e ho cantato nei miei assoli”. Il risultato fu una musica durante la quale Berardi non solo suonava la chitarra, ma anche le percussioni, seguendo i tremori, la balbuzie e i ritmi della sua malattia, e cantava.

Ecco il testo della canzone “Mr. P”, uno dei brani da lui composti ed eseguiti per l’occasione:

Mr.P hai rubato le mie mani, le mie mani d’argento,
che solcavano i mari a sei corde,
quasi tutti i giorni portavano la mia voce, ma oggi hanno smesso,
quindi grazie, farò musica in questo modo,
Mr.P hai rubato le mie melodie e i miei ritmi,
in ogni gioco crudele cercherò qualcosa di gentile,
ho passato notti e giorni chiedendo perché, perché a me,
non posso vivere così, no ti prego, ti prego in ginocchio,
una notte mentre sprofondavo nel buio dei lamenti,
ho lasciato andare tutto e ho sentito un impeto di forza,
perché non ho sentito attraverso le orecchie aperte,
perché dovrebbe essere qualcun altro a annegare nelle lacrime,
una luce si è accesa nella mia testa, portando le tenebre lontano,
mi è venuto in mente di inventare nuovi modi di suonare,
la mattina dopo le mie mani tremanti suonarono le campane con una ciotola di cereali,
Mr.P, non è male, ho detto, come campane continuavano a suonare
senza sforzo, insoliti ritmi risuonarono dalla ciotola
senza sforzo, insoliti ritmi risuonarono dalla ciotola

La canzone Mr.P di Berardi è tra i momenti salienti dello struggente documentario di Crohn (www.playingwithparkinsons.com), che cattura la gioia e la spontaneità della registrazione.

“Ancora mi commuovo”, ha detto Crohn con gli occhi umidi, dopo aver mostrato la clip Mr.P a un visitatore. “Bisogna lasciare che le cose accadano e suonare come viene”, ha spiegato Esposito, che insegna musica presso il Bard College.

“La parola chiave è la musica. Le persone che non sono artisti, possono pensare alla musica come a qualcosa di non importante e non rispettabile. Gli artisti sanno che la possibilità di suonare è quanto di più serio e profondo che abbiamo come esseri umani”.

Crohn è fiducioso che il film possa essere completato e venduto per la distribuzione questo autunno, insieme a molti altri progetti legati a Berardi.

 

Il video della canzone “Mr. P”: