La lotta di Brian Grant e della sua fondazione contro il Parkinson

Brian Grant è un ex giocatore di Basket che ha disputato 12 stagioni NBA tra il 1994 e il 2006. Ha chiuso la sua carriera nella stagione 2005/2006, giocata con la maglia dei Phoenix Suns. Nel 2008 gli è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. In quel periodo ha parlato con altre celebrità colpite dalla malattia, come il pugile Muhammad Ali e l’attore Michael J. Fox, e ha deciso di dichiarare pubblicamente la sua malattia nel 2009.

Brian Grant (a destra nella foto) è un ex giocatore di Basket che ha disputato 12 stagioni NBA tra il 1994 e il 2006. Ha chiuso la sua carriera nella stagione 2005/2006, giocata con la maglia dei Phoenix Suns. Nel 2008 gli è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. In quel periodo ha parlato con altre celebrità colpite dalla malattia, come il pugile Muhammad Ali e l’attore Michael J. Fox, e ha deciso di dichiarare pubblicamente la sua malattia nel 2009.

Grant aveva già una fondazione benefica attiva quando era un giocatore di basket e ha così deciso di farla diventare un’associazione per raccogliere fondi per la lotta alla malattia di Parkinson, la ‘Brian Grant Foundation’. Da tre anni, organizza un evento chiamato “Shake It Till We Make It” che ha permesso di raccogliere più di un milione di dollari. Alla prima edizione del 2010, hanno partecipato anche Michael J. Fox, Muhammad Ali e Pat Riley. Quest’anno, con l’evento tenutosi al Rose Garden, casa della squadra Trail Blazers, Grant è riuscito a raccogliere 150.000 dollari.

L’ex giocatore ha un accentuato tremolio alla mano sinistra, ma sta vivendo questa battaglia nel migliore dei modi e la sua famiglia gli è sempre stata accanto. Ai giornalisti ha detto: “I miei figli sono arrivati vestiti di tutto punto e hanno cominciato a prendermi in giro per i miei capelli. Sono orgogliosi del loro papà. Sono fiero di essere impegnato in questa battaglia e di non essere seduto a casa ad autocommiserarmi, come ho fatto per un certo periodo”. 

All’inizio, Grant ha vissuto un breve periodo di depressione, convincendosipoi, poco dopo, a reagire. Poco tempo, nonostante debba sottoporsi a un delicato intervento chirurgico al ginocchio, insieme ad altri otto malati di Parkinson ha scalato il Monte Sant’Elena, un vulcano di 2550 metri di altezza, nello stato di Washington. “Abbiamo organizzato questa scalata per far vedere a tutti che pur avendo il Parkinson non ci stiamo arrendendo”.

Di lui hanno parlato anche due ex giocatori dei Portland Trail Blazers, JeromeKersey e Martell Webster. Kersey ha raccontato che “Per un personaggio pubblico come Brian Grant, non è facile avere il Parkinson e stare davanti a persone che hanno sempre pensato che tu fossi invincibile. Molte persone si chiuderebbero in se stesse. Al contrario, Brian sta svolgendo un ottimo lavoro per combattere la malattia e trovare una cura”. 

Martell Webster, il cui mentore Jim Marsh è stato malato di Parkinson, ha dichiarato: “È la seconda volta nella mia vita che incontro questa malattia. So benissimo quale impatto possa avere sull’anima e sullo spirito di una persona. Brian, invece, ha il sorriso sulla faccia per tutto il tempo, è qualcosa che non si vede spesso. Normalmente la gente permette che la malattia prenda il sopravvento, Brian invece è sempre stato se stesso. Per questo lo rispetto infinitamente”.

Brian Grant ha anche raccontato che la sua associazione viole avere uno scopo oltre a quello di raccogliere fondi per la ricerca contro il Parkinson. Ha poi detto: “Bisogna far sapere che il Parkinson non colpisce solo le persone anziane. Ad esempio, io ho 40 anni e ce ne sono tanti altri come me, che sono ancora giovani e hanno le loro vite da vivere. Quando ho visto per la prima volta Michael J. Fox, mi sono chiesto come potesse essere così ottimista in questa situazione. Lo sto capendo solo ora, perché ogni persona ci mette un tempo diverso a reagire”. 

“Il consiglio che posso dare ad un malato di Parkinson è di lasciare che la vita arrivi a lui e di provare a non vivere per il Parkinson, ma a vivere solamente per se stesso” ha concluso Grant, con un sorriso.