Andrea e Tim: due vite così distanti, differenti, eppure così simili

Una bella amicizia nata tramite Facebook, un incontro appassionante sul molo di Bari, un’idea e un progetto da condividere: Andrea e Tim, due giovani uomini che non smettono di credere nella scienza, nell’amore e nella vita.

Può capitare che le persone si incontrino per caso, per fatalità o perché “il destino” ha voluto che le loro vite un giorno si incontrassero. È la storia di Andrea Abrescia, un giovane di trent’anni di Bari, che ha perso il lavoro due anni fa per invalidità al 100% (era dipendente di un’agenzia di viaggi di Bari) e che a venticinque anni ha scoperto di soffrire di una malattia degenerativa e rara per la sua giovane età. Anche Tim si è ammalato quando aveva pressappoco ventisette anni, mentre progettava la sua vita e la carriera lavorativa, come molti altri ragazzi della sua età. Lavorava nell’ambito del turismo e tutt’oggi continua a farlo, spostandosi per l’Europa e per il resto del mondo in navi da crociera. Due vite così distanti, differenti, eppure così simili.

Le prime indagini mediche Andrea le eseguì presso il reparto di Neurologia del Policlinico di Bari, nel 2006, ottenendo diagnosi e prognosi incerte e lacunose. I medici allora manifestarono alla famiglia la necessità di approfondire gli stessi esami presso altre strutture ospedaliere, tra cui il S. Raffaele di Milano.

Lì fu visitato dalla dott.ssa Volontè, e poi di nuovo al Policlinico di Bari, per poter giungere ad una diagnosi differenziale: Parkinson giovanile. “Nel febbraio 2007 ho eseguito altri accertamenti, perché, nonostante fosse sicura la diagnosi di Parkinson giovanile, ero stato preso dallo sconforto e volevo capirne di più. Così sono andato al CNR di Cosenza per la risonanza magnetica, poi a Catanzaro, all’Ospedale Germinario dal Prof.Quattrone¬, dove ¬mi sono sottoposto ad altri test, sempre ottenendo lo stesso risultato: Parkinson giovanile, ¬causato da una doppia mutazione del gene pink 1”.

Da allora, Andrea segue la lunga e incessante trafila di indagini specifiche, sempre più sofisticate, consultando scienziati e professori di fama internazionale. Quando era ricoverato all’ospedale Besta di Milano, ha incontrato anche l’amore, la sua compagna, con la quale adesso convive.

Andrea crede nell’amore, nella forza costruttiva dell’amore e non vuole arrendersi, anche quando le sue speranze si sono raggelate di fronte all’agghiacciante diagnosi di Morbo di Parkinson Giovanile.
Nemmeno questa è riuscita a fermarlo: perché un alterato funzionamento neurochimico non può arrestare e spegnere l’ardore di un animo giovane e la sua voglia di vivere, di amare e di lottare!
Andrea non smette mai di credere nella scienza, nel fatto che si possa trovare una guarigione o anche un duraturo sollievo al dolore che piega, giorno dopo giorno, il suo corpo e la sua anima.

Partecipa a convegni e conferenze con passione ed energia in qualità di Vice Presidente dell’Associazione Parkinson Puglia. Da molte persone è considerato una luce di speranza, non solo da parte di chi è stato colpito dalla malattia ma anche da tutti coloro che danno per scontate molte cose e finiscono per non apprezzarle abbastanza.

Anche Tim Oneschkow, un trentenne tedesco, si è ammalato giovanissimo come è successo ad Andrea. Tim vive a Berlino ma è sempre in viaggio per lavoro. Infatti, Anche Tim si è ammalato quando aveva ventisette anni, mentre progettava la sua vita e la sua carriera lavorativa, come molti altri ragazzi della sua età. Lavorava nell’ambito del turismo e tutt’oggi continua a farlo, spostandosi per l’Europa e per il resto del mondo su navi da crociera.

Tim, come Andrea, ha uno spirito libero e curioso, è amante dei viaggi, delle lingue e delle altre culture, entrambi hanno una personalità vivace e dinamica e hanno scoperto di avere molte cose in comune.

Si sono conosciuti grazie a Facebook e poi si sono incontrati di persona, per qualche ora, quando la nave da crociera su cui viaggiava Tim, diretta in Grecia, ha salpato il 2 dicembre scorso dal porto di Bari. Strette di mano, abbracci intrisi di affetto, di calore, di quel comprendersi senza aver bisogno di parole, facendo parlare lo sguardo e il corpo.

Tim è solare, allegro e disponibile. Desiderava conoscere un’altra persona che, come lui, non ha smesso di arrendersi, e che continua a sorridere e ad amare la vita, la sua famiglia, gli amici e la sua compagna, nonostante l’incessante e martellante pulsare e tremare del corpo che gli risuona dentro. Racconta Andrea che l’incontro è stato commovente per entrambi: “qualcosa di surreale ma bellissimo”.

Tim e Andrea hanno passeggiato per le vie del centro storico del capoluogo pugliese, hanno sostato in un bar e dopo si sono divertiti a girare un filmato che potesse ricordare quest’incontro inaspettato, prima che il mare li separasse nuovamente.

Dal loro incontro è nato un progetto per creare a Bari, assieme alle associazioni che si occupano di ricerca sul Parkinson e sulla fibrosi cistica, un gruppo di giovani che collaborino con le maggiori associazioni internazionali.

(da un articolo originale di Claudia Minenna per Notizie.it)