Parkinson e farmaci “generici”

Di C. Passalacqua – Sono usciti in commercio nuovi farmaci generici per il Parkinson dopo la scadenza del brevetto della specialità originale. A volte, la differenza coi prodotti originali può raggiungere il 20% del principio attivo. Differenza che per una terapia costruita sul singolo paziente, calibrata sulle fluttuazioni e gli off, potrebbe divenire allarmante. Nel caso più semplice, potrebbe esserci perdita di stabilità del miglioramento nelle 24h.

Di C. Passalacqua

Sono usciti in commercio nuovi farmaci generici per il Parkinson dopo la scadenza del brevetto della specialitàoriginale. A volte, la differenza coi prodotti originali può raggiungere il 20% del principio attivo.

Differenza che per una terapia costruita sul singolo paziente, calibrata sulle fluttuazioni e gli off, potrebbe divenire allarmante. Nel caso più semplice, potrebbe esserci perdita di stabilità del miglioramento nelle 24h.

Maggiori difficoltà si presentano di fronte farmaci a rilascio prolungato, quando non si conoscono le tecniche di rallentamento della dismissione del principio attivo. Dosi e tempo di effetto farmacologico devono essere ricalibrate per dare al paziente un accettabile e soddisfacente tempo giornaliero di autonomia.

Ritarare la terapia sul generico potrebbe essere una soluzione che diverrebbe impossibile se vi fossero più generici con lo stesso principio attivo con diverse concentrazioni. Oppure si passasse allegramente, ma incoscientemente, dal farmaco al generico a seconda delle disponibilità di magazzino della farmacia che normalmente si frequenta.

Il risparmio per alcuni pazienti parkinsoniani che hanno terapie multiple e complesse potrebbe essere importante, ma organizzare una terapia con farmaci di differente attività diventa un gioco di equilibrio. Pensate se un “REQUIP“ da 8 mg. Fosse sostituito con un “ROPINIROLODA 8 MG” dal dubbio tempo di rilascio prolungato.

L’unica difesa possibile consiste nel far scrivere dal medico sulla ricetta “la prescrizione è immodificabile”.

In definitiva ponete la massima attenzione su quanto prescritto e non cambiate autonomamente la terapia. Il rischio è quello di compromettere un delicato equilibrio faticosamente raggiunto che porta sicuramente a gravi conseguenze.

Dott. Claudio Passalacqua
vicepresidente Parkinson Italia ONLUS