XVI° Rapporto Nazionale sulle politiche della Cronicità

XVI° Rapporto Nazionale sulle politiche della Cronicità

Il 29 maggio a Roma è stato presentato il XVI Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità dal coordinamento nazionale delle associazioni di malati cronici (Cnamc) di Cittadinanzattiva a cui ha partecipato anche Parkinson Italia. Piano nazionale cronicità e Lea al palo. “Molti atti, pochi fatti”, è lo slogan di sintesi.

Il 29 maggio a Roma è stato presentato il XVI Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità dal coordinamento nazionale delle associazioni di malati cronici (Cnamc) di Cittadinanzattiva a cui ha partecipato anche Parkinson Italia.

Piano nazionale cronicità e Lea al palo. “Molti atti, pochi fatti”, è lo slogan di sintesi.

A venti mesi dall’approvazione del Piano nazionale cronicità e a quattordici dal varo dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), quegli atti che avrebbero dovuto rivoluzionare la presa in carico e l’assistenza ai pazienti, in buona parte restano lettera morta, lasciando ampio spazio a burocrazia, scarsa attenzione ai bisogni, difficoltà di accesso a strutture e terapie farmacologiche. 

Il cambio di passo che è stato chiesto al Governo e Regioni è quello di passare dagli atti ai fatti: intervenendo sulle liste d’attesa, insostenibili per chi deve effettuare i controlli per una patologia cronica o rara. È necessario che quell’integrazione fra cure primarie e assistenza specialistica, tanto annunciata, diventi realtà. 

L’integrazione fra assistenza primaria e specialistica non è sufficiente per la quasi totalità delle Associazioni (95,8%) così come la continuità assistenziale fra ospedale e territorio (65,1%). Scarso è, anche, per la metà di esse (53,4%) il coinvolgimento del paziente nel piano di cura, tanto sottolineato nel Piano nazionale Cronicità quanto poco praticato. Seguono, fra i problemi maggiormente segnalati rispetto alla presa in carico, la carenza dell’assistenza domiciliare e dell’utilizzo delle nuove tecnologie (45,8%) e le liste d’attesa (46,5%). Problema, quest’ultimo, rilevato dall’80% delle Associazioni, generalmente in tutte le Regioni (67,7%), con un peggioramento in particolare nel Lazio (19,3%), in Calabria (16,1%), in Sicilia, Sardegna, nelle Marche ed in Lombardia (9,7%). 

Le difficoltà di un adulto con una patologia cronica sono legate maggiormente alla vita affettiva/relazionale e lavorativa. La prima difficoltà che incontra un adulto con una malattia cronica o rara è la mancanza di sostegno psicologico (72,9%), seguita dalla difficoltà di riconoscimento di invalidità ed handicap (64,8%), e dalla mancanza di orientamento nei servizi (59,4%) e dalla mancanza di tutela del lavoratore (mobbing) nel 51,3% dei casi.

La priorità, ha affermato  il Responsabile Cnamc, Tonino Aceti, diventa abbattere il gap imbarazzante, che va ampliandosi, tra la produzione normativa e la capacità di implementare azioni concrete. Ma quello che serve è anche un maggiore coinvolgimento delle associazioni dei cittadini, che malgrado le nostre richieste, restano escluse dalla commissione nazionale Lea.

Il XVI° Rapporto Nazionale sulle politiche della cronicità è scaricabile insieme agli allegati